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| Lo straniero entrò nella locanda della Luna Grigia con il suo solito portamento fiero. Poichè pioveva a dirotto portava il cappuccio del mantello sopra la testa, ma lo abbassò appena varcata la soglia della locanda. Ogni volta le persone non potevano fare a meno di restare basite e quasi intimorite davanti al suo aspetto bellissimo e solo i più belli tra gli elfi potevano competere con lui in fascino, ma il fatto era che non si trattava di un elfo, bensì di un umano! Era alto all'incirca un metro e ottanta, con i capelli biondi lunghi fino alle spalle e legati in una coda, la sua belle era chiara e la sua corporatura robusta lasciava intendere una forza e una resistenza degna di un buon combattente. I suoi abiti erano da viaggiatore, ma i colori verde e azzurro e alcune cuciture d'argento lasciavano intendere uno stile tutto elfico nel modo di abbigliarsi. Ogni tanto qualche suo movimento lasciava intravedere, al di sotto degli abiti, la sua cotta di maglia costruita con anelli d'oro e d'argento. Portava con se due spade infoderate le cui else brillavano leggerente con il riflesso della luce. Lo straniero si voltò e osservò la sala comune della locanda. Fu così che tutti poterono vedere i suoi occhi: erano bianchi perlacei, senza iride ne pupille. Il suo sguardo pareva comunque capace di osservare il mondo e spingersi fin nell'animo delle persone, proprio per questo buona parte delle persone evitava di guardarlo negli occhi, cosa questa che metteva tristezza nell'animo dello straniero. ----- Egli si volta verso il gruppo di 5 avventurieri e attraversa la sala per raggiungerli. Mentre si avvicina notate che porta un anello con sigillo [Una "R" con due ali che l'avvolgono] alla mano sinistra. Il sigillo, per coloro che conoscono la storia o l'araldica nobiliare, appartiene al casato di Renmark, del Kinshire. "Elen síla lúmenn' omentielvo, Namir" [una stella brilla sull'ora del nostro incontro] disse lo straniero parlando un corretto elfico rivolto a Namir, poi, continuando in comune: "Zavos mi ha chiesto di unirmi a voi questa sera, ma non lo vedo tra nessuno dei tuoi compagni" dice l'uomo guardando gli altri 4 seduti al tavolo. "Mi presento a voi: il mio nome è Evaine Ashàn Renmark, ma potete semplicemente chiamarmi Evaine ['Ivein']".
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